Le pagine premiate saranno favorire sul motore di ricerca, le altre saranno invece penalizzate e i loro business affondati.
La logica è chiara: siccome sempre più persone giungono su Google tramite smartphone o tablet, il motore si trova nella situazione di dover fornire SERP che possano indirizzare verso siti in grado di rispondere adeguatamente ai vincoli stringenti della navigazione da piccolo display.
Lo scopo ultimo del motore di ricerca, infatti, è fare in modo che le risposte fornite possano essere le migliori possibili: se Google vuol tener fede a questa promessa, mantenendo così intatto il rapporto di fiducia con gli utenti, ha il dovere di rivedere i propri algoritmi e far quindi sì che le pagine ottimizzate per una lettura da mobile possano essere favorite rispetto a quelle ottimizzate soltanto per browser desktop.
La mossa è legata al cambiamento nell'accesso al web certificato da più studi: quasi il 60% del traffico online - secondo dati comScore - arriva dai dispositivi mobili, percentuale destinata a sfiorare il 70% nel 2020.
Tuttavia sono in molti a temere questo cambiamento: secondo la società di ricerca SumAll, il 67% delle prime cento compagnie per Fortune non è "mobile friendly".
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